Giovedì 8 giugno (e, in seconda battuta, giovedì 15 giugno) Marco Matteini si è reso disponibile per fare due chiacchiere sullo stato attuale della mobilità a idrogeno in Italia e nel mondo. Marco Matteini è Presidente e Amministratore Delegato della start-up Ne.m.e.sys. (NEw Mobility Electric SYStem) fondata nel 2015, impegnata nella ricerca per lo sviluppo delle tecnologie a idrogeno, con particolare riferimento alla produzione e all’utilizzo di tale vettore energetico come alternativa ai combustibili fossili. Tra i vari partner della Nemesys sono annoverati Enel, Baker Hughes, IMT (Scuola Alti Studi Lucca), Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e Università degli Studi di Milano-Bicocca. Recentemente Nemesys è stata premiata in occasione della prima edizione degli IHTA – Italian Hydrogen Technology Awards, parte della Hydrogen Expo 2023 di Piacenza, aggiudicandosi il premio per la categoria “Innovazione in Ambito Tecnologico – Produzione dell’Idrogeno”, e quello per la categoria “Innovazione in Ambito Applicativo – Settore Trasporto Aereo”.
L’incontro con Marco è stato molto stimolante, perché oltre alle accurate descrizioni delle nuove tecnologie per l’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico in mobilità, si sono alternati racconti e aneddoti relativamente a come la società civile, e le realtà industriali e imprenditoriali, accolgono, con più o meno entusiasmo, le proposte innovative da parte delle start-up che si occupano di mobilità sostenibile. Questo tipo di intervento ha rappresentato quindi un’ottima occasione per avere un quadro molto variegato delle difficoltà e delle soddisfazioni spesso incontrate lungo il percorso da chi si occupa di transizione ecologica.
Partendo dall’aspetto tecnologico e dell’innovazione, le proposte di Nemesys vertono sull’utilizzo dell’idrogeno a bassa pressione per la mobilità civile, financo quella aerea. La start-up di Matteini ha brevettato una tecnologia che rappresenta un’evoluzione rispetto sia alle batterie tradizionali, sia a quelle a combustibile (le cosiddette Fuel Cell). In comune con queste ultime, tale tecnologia prevede l’utilizzo di idrogeno come combustibile, ma a pressioni decisamente inferiori (< 8 bar) rispetto a quelle classiche delle batterie a combustibile (fino a 700 bar), e quindi con una riduzione notevole dei rischi associati allo stoccaggio di gas combustibili ad alta pressione. Rispetto alle batterie tradizionali, invece, il vantaggio è rappresentato dai tempi di ricarica che sono decisamente inferiori. La tecnologia in questione, inoltre, ha doppia possibilità di ricarica, perché permette sia il rifornimento di idrogeno nelle stazioni adibite, sia la ricarica elettrica con autoproduzione di idrogeno all’interno della batteria stessa. Infine, questa tecnologia cerca di soddisfare due criteri fondamentali per la mobilità, cioè il contenimento dei pesi e la grande autonomia. Tra i potenziali vantaggi di questa tecnologia ci sono le numerose potenzialità di integrazione con le altre tecnologie, come per esempio la possibilità di produrre idrogeno a bassa pressione per il proprio veicolo direttamente presso la propria abitazione, senza particolari problemi di sicurezza.
Al di là della questione tecnologica, un aspetto particolarmente interessante dell’intervento di Marco Matteini è stata la sua condivisione di aneddoti per dare un’idea di quali siano le sfide da affrontare quando si è alla ricerca dei finanziamenti per sviluppare e commercializzare le tecnologie di cui sopra. Senza entrare nei dettagli, Marco ha evidenziato come con gli anni il numero di realtà industriali e di finanziatori scettici relativamente alle proposte tecnologiche per la mobilità a idrogeno sia andato diminuendo, di pari passo con il pieno maturare di queste nuove tecnologie. Tuttavia, permane ancora una certa resistenza nei confronti dell’uso dell’idrogeno come vettore energetico. Una possibile spiegazione alla base di questa reticenza è la tendenza delle realtà aziendali/industriali e dei finanziatori a non pensare i propri investimenti con una visione a lungo termine. Purtroppo, Marco ha segnalato che tale reticenza è talvolta fomentata anche dai sostenitori della mobilità elettrica come mutualmente esclusiva rispetto a quella a idrogeno, quando sono sempre più numerose le evidenze che indicano come auspicabile e forse anzi necessaria la coesistenza tra queste due tecnologie energetiche. Come già segnalato in altre occasioni in questo blog, viviamo in una congiuntura economica, sociale, e ambientale che richiede necessariamente una visione a lungo termine unita alla capacità di diversificazione energetica, e le realtà di investimento che lo capiranno saranno molto probabilmente quelle che riusciranno a superare la transizione che, volenti o nolenti, dobbiamo affrontare per superare le difficoltà che caratterizzano la nostra epoca.
Simone Potenti
Immagine di copertina: a sinistra Marco Matteini, a destra Alessandro Tampucci, chimico, ricercatore ed inventore dei brevetti della Ne.m.e.sys srl